I media non sono giusti


Voglio pubblicare una lettera di un figlio che cerca di combattere in nome di suo padre, nella speranza di ottenere almeno giustizia dopo la morte del suo genitore amato, sapendo anche io come vadano le cose in Italia....


Ingiustizia italiana 


Poiché anche io ho avuto esperienza diretta di quanto possa essere ingiusta la giustizia italiana, e con lei, possano essere venduti i media e chi ci lavora, i giornalisti, voglio fare (spero) cosa gradita a una persona che non conosco ma che penso possa essere una persona degna di nota perché lotta per la memoria di suo padre, sperando di ottenere giustizia.

"Buongiorno a tutti,

Sono a rompere un periodo di silenzio in quanto mi ritengo offeso e beffeggiato dal sistema mediatico italiano.
E’ da febbraio che sono in contatto con una famosa giornalista che per mesi, tutte le settimane ha promesso di pubblicare un articolo sugli abusi che stava subendo mio padre (che nel suo temporeggiare è MORTO), ma ancora, alla metà di luglio non è riuscita a farlo.
Volete sapere la sua risposta alle mie sollecitazioni? -“Signor Ciai, mi dispiace ma la cronaca incombe tutti i giorni”-.
Beh, cara Signora mia, adesso le scrivo io questa lettera, e visto che è anche tra i nostri amici di Facebook mi auguro che la legga e mi risponda.

Il suo giornale non fa altro che pubblicare notizie spazzatura.
Vuole un esempio?
La lite della Signora Laura Pausini sotto l’ombrellone al mare, insultata dalla passante perché stava mettendo lo smalto alla nipote.
Questa notizia, che porto solo come semplice esempio è rimbalzata sul vostro giornale per giorni con botta e risposta tra le due parti.

Lei ritiene questa una notizia di cronaca incombente?
Più importante:
- che non raccontare dell'incidente occorso a mio padre nel 2010, travolto in autostrada da un camion mentre prestava servizio per Telecom Italia riportando gravi lesioni cerebrali che gli hanno causato deficit motori e funzionali permanenti;
- che dopo quasi quattro anni non è ancora stato definito il processo penale a carico del conducente del camion, addirittura il caso era affidato ad un giudice di pace fino a che il decesso non ha cambiato le imputazioni;
- che da luglio 2012 Telecom Italia ha cessato di corrispondere lo stipendio, senza peraltro recedere dal rapporto di lavoro, non consentendo così a mio padre di avere accesso ad ammortizzatori sociali, al tfr ed alle ulteriori competenze di fine servizio;
- che i miei vicini di casa hanno impedito l’installazione di una piattaforma elevatrice che dal nostro giardino permettesse a mio padre di ritornare a casa, nonostante avessimo tutti i permessi;
- che il giudice ha ritenuto prevalente l'interesse dei condomini a non veder alterato l'equilibrio della facciata non pensando minimamente ai diritti di un disabile;
- che tale decisione del Tribunale ha impedito a mio padre di vivere nella sua casa e lo ha obbligato a rimanere parcheggiato impietosamente in una clinica lontano dai suoi affetti;
- che le compagnie assicuratrici stanno ancora trattando il risarcimento e hanno accordato un acconto solo dopo che mio padre era deceduto.

Cara Signora, lei, tutti quelli come lei, i miei vicini di casa, quei giudici che sentenziano tirando in aria una moneta e decidono le sorti di una persona invalida al 100% in base a "testa o croce" siete la rovina e la vergogna dell’Italia. Continuate a pubblicare notizie di cantanti famose che mettono lo smalto in spiaggia e lasciate che nel frattempo la gente venga VIOLENTATA PSICOLOGICAMENTE e privata dei diritti umani dal vostro malsano sistema.

Io mi ribello a tutti voi, ai vostri abusi di potere e alla vostra superficialità e ignoranza che vi portano a comportarvi come dei mostri permettendo che siano calpestati i diritti dei più deboli. 
Adesso basta!

Invito giornalisti veri, non corrotti, che non abbiano paura ad andare contro il sistema, e che vogliano rendere giustizia a mio padre e a tutte le vittime come lui a contattarmi privatamente.
Grazie".

Lettera scritta e pubblicata da Francesco Ciai





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