Giudici hanno paura di sentenziare

I giudici devono pagare i propri errori

Giudici sbagliano devono pagare

Con la nuova legge che fa si che, in caso di errore giudiziario, l'accusato possa far causa allo Stato il quale poi si potrà rivalere su un terzo dello stipendio del giudice che ha sbagliato, ora cominciano i balletti per non sbagliare sentenze.


Giudici in  mala fede


Da sempre mi domando perché il giudice debba essere libero da responsabilità in caso di errore, poiché nelle sue mani, la legge mette la vita di un uomo è quindi il caso che il giudice non giudichi sulla base di idee ma di fatti ben reali e comprovati.

Un giudice di Treviso, per la prima volta nella storia della Repubblica, si è rifiutato di fissare un giudizio riguardo il caso di un uomo che nel suo capannone aveva 47 tonnellate di sigarette perché le prove erano per lo più indiziarie e non se l'è sentita di rischiare la paga a causa del fatto che il soggetto inquisito avrebbe potuto far causa e vincere.

La cosa mi ha posto una domanda nella testa: ma allora oggi si era colpevoli anche se non c'erano prove evidenti ma solo ipotetiche? Allora ritengo che la nuova legge abbia fatto il suo lavoro. 

Se non si ha l'assoluta certezza di colpevolezza, è perfettamente corretto lasciare anche un soggetto colpevole in libertà piuttosto che incarcerare, rovinandone la vita per sempre, un innocente.

Ma la cosa che mi fa più schifo è che certamente prima della legge, venivano accusate e condannate anche persone che potrebbero essere state innocenti. 

È vero che il giudice deve essere libero di giudicare in tutta coscienza senza ostacoli politici ma non senza colpe, specie nel caso esista una minima possibilità che possa sbagliare, condannando un innocente. 

Per leggere su caso del giudice che non ha voluto firmare la sentenza per paura di sbagliare lo potete trovare qui di seguito:



Art.21 Costituzione

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria [cfr. art.111 c.1] nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.

Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

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